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    Chiese

    Chiesa di San Barbato
    Cicciano non ha una Chiesa, una Cappella, un Altare dedicati al Patrono e Protettore.

    Precisiamo che fino all’inizio del Novecento il nostro Protettore ha avuto una sua chiesa.

    La prima Chiesa dedicata al Santo, di cui abbiamo notizia, è quella che oggi porta il titolo della Immacolata Concezione. Quando sia sorta tale Chiesa è impossibile stabilire; la sua antichità, però, è certa, dal momento che venne rifatta nel 1505 come conferma un marmo sormontato dallo stemma della famiglia Vitale, un tempo esistente sul muro orientale di detta Chiesa. La Chiesa, infatti, nel 1515 è registrata così: “Ecclesia Sancti Barbati in loco ubi dr AD VINTI” ( e cioè Chiesa di S. Barbato nel luogo dove si dice VINTI ) e solo tra il 1582 ed il 1617 si operò il mutamento del titolo con il collocamento nella Chiesa di un grande e indorato quadro, fatto a spese della Università di Cicciano.

    Verso la fine del XVII secolo venne eretta e fondata nel rione Curano l’ultima Chiesa dedicata al Santo per opera della famiglia Di Nardo e più precisamente di Antonio Di Nardo. Il vero fondatore, però, è da considerarsi il figlio di quest’ultimo, Rev.do Don Giovanni Di Nardo il quale, poiché “altro non v’era che una semplice Cappelletta ove appena si ci poteva celebrare”, provvide a rifarla quasi per intero e ad ingrandirla; la provvide pure di un confessionale, di un pulpito e di una sepoltura. Fu istituito dallo stesso Di Nardo un beneficio ed un maritaggio, rispettivamente di 24 e 20 ducati, e, nella ricorrenza del giorno del Santo si faceva “una sontuosa festa, con sparo di mortaletti, con musica ed altro”.

    Nel 1707 abbiamo notizia della statua, anno in cui si scrive che in detta chiesa vi è anche una statuetta di legno indorato a mezzo busto piccola con la reliquia del Santo.

    Verso la fine del 18° secolo, dalla famiglia Di Nardo, la Chiesa passò in patronato alla famiglia De Ciutiis. Ma nel 1824 era sommersa dal fango (limo madefacta et coperta in corpore ejusdem) al punto che il vescovo ordinò che la Statua del Santo fosse trasportata nella Chiesa Madre ed ivi rimanesse fino a quando non si fosse provveduto a ripulirla.

    Nel 1846 l’avv. Giuseppe De Ciutiis e suo fratello Reverendo Giacinto vi istituiscono una cappella laicale e la conferiscono come Sacro Patrimonio a Don Domenico Capilongo; intorno alla metà del 1800 la Cappella Urbana di S. Barbato ha una Rendita lorda di ducati 78,10 ed un Peso fiscale di ducati 10,81; nel 1874 la chiesa “ha tale bisogno di riparazioni e di sacri arredi che da parecchi anni è chiusa”; all’inizio degli anni 1930 la chiesa, ormai in rovina, diventa proprietà della sig.ra Anna D’Avanzo (14.3.1878 / 02.05.1952) moglie di un imprenditore locale Francesco Saverio Iesu (18-6-1877 / 31-10-1955).

    Nel 1935 la chiesa è già trasformata in un edificio per uso civile, in quanto il proprietario dona al figlio Giuseppe Iesu una parte dell’immobile. Durante l’esecuzione dei lavori, probabilmente a causa di errori di progettazione, si verificarono dei cedimenti nelle fondamenta che indussero la popolazione a pensare che tali eventi fossero dovuti ad interventi di S. Barbato, irato per aver visto abbattere la sua Chiesa.

    L’edificio fu preso in affitto dal Comune per utilizzarlo come scuola che tutti chiamavano comunemente “Scuola S. Barbato” e tale rimarrà fino al terremoto del 1980. Abbandonato per alcuni anni, l’edificio viene abbattuto nel 1991 e, dopo i lavori eseguiti dalla Ditta Camerino di Cicciano sotto la Direzione del geom. Luigi Sena, viene riaperto al pubblico come Sede del Comune nel 1992

    Chiesa di San Pietro
    La Chiesa di San Pietro ovvero la Chiesa Madre fu completamente riedificata nel 1646, dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631, dal commendatore gerosolimitano Girolamo Branciforti. L’evento eruttivo diede semplicemente il colpo di grazia, in quanto la chiesa, per le ingiurie del tempo, già si presentava diruta e cadente. I resti del primo edificio sono ancora oggi visibili. Sotto il secondo altare sul lato sud c’è una piccola cappella affrescata con un altro altare di fabbrica spoglio. Sulla parete frontale è dipinta una Madonna con Bambino e due santi in atto di pregare, uno dei quali è Sant’Antonio Abate. Epigrafe murata sulla porta d’ingresso (traduzione): “A DIO OTTIMO MASSIMO – FRA DON GIROLAMO BRANCIFORTI – PENSANDO ESSERE DOVERE DI UN COMMENDATORE RELIGIOSO – OFFRIRE QUALCHE COSA ALLA RELIGIONE – A ONORE E GLORIA DEL PRINCIPE DEGLI APOSTOLI – ERESSE DALLE FONDAMENTA E ADORNÒ – QUESTO SACRO TEMPIO QUASI DIRUTO PER VETUSTÀ – INNALZATOLO IN FORMA PIÙ AMPIA – NELL’ANNO DEL SIGNORE M.DC.XXXXVI”.

    Con Giuseppe Maria Cicinelli, commendatore dal 1718 al 1771, fu costruita la seconda navata laterale, parallela alla prima ma più corta, tutta sul lato nord essendo quello sud addossato al palazzo della Commenda. L’apertura su corso Garibaldi è avvenuta nel 1948 ad opera dell’arciprete Don Francesco Rastelli. Il prospetto frontale fu completato nel 1958.

    Chiesa dell’Immacolata Concezione
    La Chiesa dell’Immacolata Concezione originariamente era dedicata a San Barbato. Cambiò denominazione all’inizio del seicento a seguito della collocazione di un quadro della Santissima Concezione sull’altare. Oggi sullo stesso altare vi è un altro quadro della Santissima Vergine Immacolata, opera del pittore Filippo Falciatore del 1763. Epigrafe murata sulla facciata esterna della Chiesa a ricordo di un restauro ad opera del vescovo monsignor Antonio De Stefano, nativo di Cicciano (traduzione): “QUESTA CHIESA, DEDICATA ALLA VERGINE CONCEPITA SENZA PECCATO, FU RESTAURATA E CORREDATA, ALL’INTERNO E ALL’ESTERNO, A SPESE DI ANTONIO DE STEFANO, VESCOVO BENDENSE”
    Chiesa del Corpo di Cristo
    La Chiesa del Corpo di Cristo fu costruita tra il 1582 e il 1617 nella località Li Rosci. A seguito della costruzione di questo edificio di culto, la località venne chiamata La strada del Corpo di Cristo. Epigrafe murata all’interno che ricorda un antico restauro (traduzione): “A DIO OTTIMO MASSIMO – QUESTO TEMPIO DEDICATO AL SANTISSIMO CORPO DI CRISTO ANDATO IN ROVINA NEL TEMPO – QUESTA CONFRATERNITA DEL SANTISSIMO ROSARIO PER DEVOZIONE – HA CURATO CHE FOSSE IN PARTE ABBATTUTO E IN PARTE RICOSTRUITO E TUTTO RESTAURATO E RIPORTATO ALLA FORMA PRECEDENTE – E ORNATO CON UNA STATUA DI MARMO SOPRA L’ALTARE DELLA MADONNA DEL SANTISSIMO ROSARIO – E ARRICCHITO CON ALTRE COSE A PROPRIE SPESE SOTTO IL PRIORATO DI ANIELLO MINICHINO – PROMOTORE ZELANTE E QUASI ARCHITETTO DI QUESTA OPERA A.D. 1884”. Una seconda epigrafe testimonia i danni dell’incursione area del 16 settembre 1943: “D.O.M. – QUESTO TEMPIO – NELL’IMMANE GUERRA MONDIALE – GRAVEMENTE DANNEGGIATO – DA INCURSIONE AREA IL XVI 9 MCMXLIII – ASSURSE ALL’ANTICO SPLENDORE – COL CONCORSO – DEL GOVERNO DEL POPOLO DELLA FRATELLANZA – MERCÉ L’OPERA INFATICABILE DEL PRIORE – CARMINE NAPOLITANO FU GIUSEPPE”
    Chiesa dell’Annunziata
    La Chiesa dell’Annunziata, detta anche La Nunziatella, fu anch’essa costruita tra il 1582 e il 1617 nella località Li Marenda con le elemosine dell’Università. Nella chiesa si conservava una tavola dell’Annunciazione del 1594 del pittore Giovanni Antonio Ardito, oggi collocata nella Chiesa di San Pietro.
    Chiesa di Sant’Anna
    La Chiesa di Sant’Anna fu eretta nel 1670 dal commendatore Girolamo Branciforti. Nella chiesa si esercitava la Congregazione dei Beati Morti, fondata dallo stesso Commendatore. Vi si conservava una tela raffigurante Sant’Anna e la Vergine del XVII secolo, di autore sconosciuto, oggi provvisoriamente collocata nella Chiesa di San Pietro. Epigrafe murata all’interno (traduzione): “O MADRE ANNA TRA LE SANTE INFERIORE ALLA SOLA FIGLIA – ACCETTA IN TUO ONORE QUESTO PICCOLO SANTUARIO – DOPO AVERLO ACCETTATO PROTEGGILO – IL TUO DEVOTISSIMO – GIROLAMO BRANCIFORTI COMMENDATORE – E PRIORE DI VENOSA – MDCLXX”
    Chiesa di San Giacomo
    La Chiesa di San Giacomo fu costruita nel 1763  dal Patrizio di Ravello e Signore di Cutignano Antonio Fusco. Sugli altari laterali vi sono due tele: una Visione di Santa Francesca Romana, opera del pittore Giovan Battista Vela del 1772,  e La Sacra Famiglia, opera del pittore Paolo de Majo del 1771. Epigrafe murata sul frontone (traduzione): “L’ANNO 1763, IL 27 MAGGIO ANTONIO FUSCO, PATRIZIO DI RAVELLO E SIGNORE DI CUTIGNANO, IN SEGNO DI DEVOZIONE, CONSACRÒ QUESTO TEMPIO ALLA VERGINE MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO ORIGINALE E ALL’APOSTOLO GIACOMO, DISTRUTTA LA PRECEDENTE SACRA EDICOLA, COSTRUITA IN LUOGO INDECOROSO, LO INNALZÒ DAL SUOLO A SUE SPESE, LO ARRICCHÌ CON RENDITE PER IL DECORO DELLA PARROCCHIA, LO ERESSE PER L’UTILITÀ DEGLI ABITANTI, A CUI RICONOBBE IL DIRITTO DI SCEGLIERSI I PARROCI SECONDO I RITI SACRI E SECONDO IL COSTUME DEGLI ANTENATI”
    Chiesa di Sant’Antonio Abate
    La Chiesa di Sant’Antonio Abate fu riedificata tra il 1707 e il 1733 sulle rovine di una primitiva Cappella, a sua volta eretta nel 1617-1618.
    Santuario della Madonna degli Angeli
    Il Santuario della Madonna degli Angeli fu realizzato nel 1661 dal commendatore Girolamo Branciforti inglobando e ampliando una cappellina ancora più antica conosciuta come Santa Maria Nova. Epigrafe murata all’interno (traduzione): “QUESTO TEMPIO UNA VOLTA CAPPELLA QUASI DIRUTA – ALLA MADRE DI DIO REGINA DEGLI ANGELI – POICHÉ MOLTISSIMI AMMALATI SPERIMENTARONO IL SUO AIUTO – NELL’ANNO DEL SIGNORE MDCLVI – MENTRE LA PESTE IMPERVERSAVA NEL POPOLO – MONUMENTO DI ANIMO GRATO – FRA DON GIROLAMO BRANCIFORTI COMMENDATORE – IN PARTE COL PROPRIO DENARO IN PARTE CON LE OFFERTE DEI FEDELI – ERESSE CONSACRÒ – E CON L’AGGIUNTA DEGLI ALTARI DEI SANTI ELIA E STEFANO – ADORNÒ – NELL’ANNO DELLA NOSTRA SALVEZZA MDCLXI”.

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